Questa sono io

Un dottore americano si era imposto di scoprire il peso dell’anima, arrivando alla conclusione che pesasse 21 grammi.

Per tanti anni la mia ha pesato come un macigno.

Sono sempre stata titubante a parlare della mia interiorità su un blog aziendale.

Lo scopo del blog è mostrare quanto sei autorevole e vincente, affinché le persone chiamino proprio te.

Il contrario di mostrare le proprie ferite.

Hai quasi la tentazione di giustificarle, dicendo:

Grazie ai miei trascorsi ho queste skill, ho una marcia in più nel mio lavoro…

Mostrare di essere bravi ha più valore, ormai, di mostrare ciò che siamo.

È una sovrastruttura che ci portiamo dietro e ci impedisce di essere autentici.

Oggi scelgo di spogliarmi da questa impalcatura.

Voglio raccontare come ho scolpito il macigno che mi portavo dentro, trasformandolo in una nave per viaggiare dentro me stessa e capire chi sono e quali sono i miei perché.

3R: Rabbia, Ribellione, Responsabilità

Sono cresciuta in una situazione familiare delicata. I miei genitori erano tanto giovani e avevano compensato le carenze nella loro crescita in modo diverso.

Mio padre era il creativo, aveva più leggerezza verso la vita e per questo riusciva a essere più amorevole.

Mia madre era concreta. Aveva tante responsabilità da affrontare, tutte insieme, e per farcela si era indurita.

A quel tempo io non avevo gli strumenti per capirlo, andavo avanti a percezioni.

Non mi sentivo mai all’altezza, ero praticamente invisibile.

Al tempo stesso, sentivo la necessità di proteggere chi mi stava intorno.

Sono così ancora oggi, in effetti: proteggo ogni mio cliente, sempre.

Forse, questa mia spinta a proteggere gli altri nasce dal fatto che non essendomi sentita vista e protetta da piccola, perché i miei genitori erano occupati a trovare un loro posto nel mondo (erano giovani), proteggo gli altri per soddisfare il bisogno latente di voler essere protetta e aiutata.

Ricordo che ero argento vivo. A un certo punto avevo deciso che avrei vinto io: avrei innalzato talmente tanto il mio potenziale da riuscire addirittura a “camminare sulle acque”.

La rabbia era la mia benzina, ma ciò che non sapevo è che la rabbia male indirizzata ti porta a fare tanti errori.

Dopo una serie di vicissitudini piuttosto serie mi sono ritrovata a essere io stessa una madre giovanissima, senza un lavoro e quindi senza un soldo.

Cosa ancora più grave, ero spenta. Sentivo di aver fallito come essere umano, e non avevo prospettive, a parte proteggere mio figlio.

Forse avevo già il dubbio che la rabbia non fosse il carburante migliore per l’anima.

Angeli custodi e gratitudine

Il primo lavoro che ho avuto è stato anche quello ha segnato la mia carriera e la mia vita: agente immobiliare.

Sarò sincera, non sono una nata con la passione per gli immobili. Cercavo un mestiere abbastanza remunerativo da consentirmi di crescere mio figlio da sola, e basta.

Però l’istinto mi suggeriva che la mia natura era stare in movimento, in mezzo alla gente. Di sicuro lontano da una scrivania.

Grazie a degli amici ho iniziato a lavorare con Tecnocasa, che a cavallo tra gli anni ‘80 e i ‘90 era il must se cercavi un’ottima formazione nel settore.

Le donne non erano ammesse all’epoca, ma il capo area di Tecnocasa decise comunque di assumermi. Un uomo severissimo, grazie al quale mi sono fatta le ossa.

Ricordo benissimo la gioia del primo mese: ero tornata in ufficio con ben tre incarichi ricevuti da un signore. Solo dopo ho scoperto che non voleva davvero vendere!

I suoi occhi vedevano una ragazza di vent’anni che cercava a tutti i costi di farcela… era il suo modo per motivarmi e darmi coraggio.

Se guardo indietro con gli occhi di oggi, realizzo che avevo tanti angeli custodi a guardarmi le spalle.

Il capo area, il signore con tre appartamenti, gli amici. Hanno visto qualcosa che io, nel mio mondo sballato, non ero in grado di vedere.

Quella fiducia, insieme ai primi risultati, piano piano mi ha riaccesa.

Costruire e distruggere

Fino a pochi anni fa, nella mia vita lavorativa c’era una costante.

Ero capace di generare tanti soldi, ma ero anche capace di perdere tutto.

Mi è successo di fidarmi delle persone sbagliate, spendere più di quello che guadagnavo, e di dover ricominciare da zero mentre saldavo i debiti.

Perché continuavo a vivere sulle montagne russe?

La chiave era dentro di me.

Sin da piccola ho avuto un cattivo rapporto con il denaro. Finché mio padre faceva l’ambulante e mia madre la dipendente in fabbrica, loro erano più sereni.

Il benessere economico li aveva resi nervosi e litigiosi: ora lo so, era perché lavorare in proprio per ambire a un reddito più alto portava responsabilità, paure e ansie.

Più che i soldi …lavorare in proprio per ambire ad un reddito più alto porta responsabilità, paure e ansie.

Sono riuscita a trovare pace solo quando ho compreso l’atteggiamento giusto per me.

Snobbare o perdere i soldi era un modo per dire a me stessa che non avevo potere su di me.

La conquista da fare era l’autostima; non il denaro. Ho imparato a dare un valore a me stessa indipendentemente da quanto guadagno, ribaltando la prospettiva.

Mentre un tempo pensavo:

Se guadagno, vuol dire che gli altri mi reputano brava…

Oggi penso che sono brava, e quindi guadagno. È stato un cambiamento sostanziale nella mia vita.

I miei perché

Quando veniamo al mondo ci insegnano che dobbiamo fare delle cose per vivere.

Nessuno ci prepara sulla parte più complicata: perché siamo qui?

Nella mia vita mi sono sentita invisibile, poi arrabbiata, poi impotente. Alla fine, ho dovuto abbracciare le mie fragilità, e solo allora ho trovato la risposta.

E quindi, il mio perché è fare la consulente immobiliare?

No. Quello è lo strumento.

Mi è capitato che dei clienti diventassero miei amici.

Credo sia successo per via dell’istinto naturale che ho di mettermi nei panni degli altri, di occuparmi di loro.

Questo fa la differenza e più di una volta ha fatto sì che si creasse un legame forte.

Il mio perché su questa Terra, ora lo so, è fare quello che mi piace.

Imparare qualcosa di nuovo su me stessa man mano che imparo da tutto il resto.

Conoscere belle persone e aiutarle: a mio modo lo faccio con quello che ho imparato a fare ed amare…il mio lavoro.

Di recente sono stata ospite al podcast One More Time, dove ho raccontato la mia vita e carriera senza risparmiarmi.

L’ho fatto perché, lo dico sempre… anche gli agenti immobiliari hanno un’anima!

Sono Maria Luisa Rotondo. Ascolta la mia storia.